Ciao a tutti, sono Tommaso Fantoni Modena, studente magistrale di Management per l’impresa presso l’ Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ma in questo momento non mi trovo in Italia, mi trovo a Douala, in Cameroon, il posto più distante da casa in cui io abbia mai vissuto (e mi sento di aggiungere “per ora”). Perché questo viaggio, questa esperienza, mi hanno portato lontano da tutto ciò che ho sempre pensato valido, sugli altri e su me stesso.

Sembra passata una vita da quando, un giorno, il Professor Mario Molteni, ha presentato in classe la possibilità di effettuare stage e tesi in Africa. Ricordo benissimo il mio pensiero sul momento: “Interessante, ma non sta realmente parlando con me, non lo sta chiedendo a me. No, io sono troppo impegnato, troppe cose da fare a Milano, troppe attività, troppi legami da mantenere. No, no, non lo sta chiedendo a me.”

E credo sia stato proprio rompere questo primo pensiero ciò che mi ha permesso di lasciare tutto e partire per il Cameroon, adattandomi in breve e con facilità a vivere in un contesto completamente diverso da quello in cui avevo vissuto finora.
Sì perché, guardandomi indietro, è venuto tutto molto naturale, come se mi fossi preparato tutta la vita per vivere un’esperienza così.

Questa naturalezza la lego anche al fatto che, in quanto primo stagista in assoluto dell’Entrepreneurship Center in Cameroun, nessun predecessore mi ha spiegato come comportarmi o cosa fare per adattarmi al meglio. Quindi mi sono basato solo sui limiti che  mi ponevo e sui consigli della gente del posto che sono stati fondamentali soprattutto in un ambiente in cui l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. Questo mi ha permesso di crescere poco a poco e scoprire da solo quale fosse il miglior modo per vivere in stile camerunense, arrivando così a viaggiare, conoscere persone, adattarmi ad ambienti diversi, provare sport nuovi e mangiare cibi mai visti.

Naturalmente non posso attribuire solo a me stesso la buona riuscita di questo adattamento; voglio ringraziare in primis Flavien Tchamdjeu, il mio tutor locale nonché responsabile dell’Africa Francofona per E4Impact. Lui mi ha concesso piccole libertà un po’ alla volta, lasciandomi spazio e modo di comprendere prima che tipo di persona fossi per poi scoprire con fiducia e naturalezza l’ambiente intorno a me, senza pressioni.

In secondo luogo, devo ringraziare anche le persone che ho incontrato qui, perché senza i loro preziosi consigli, non avrei mai potuto fare le scelte più corrette. E sono proprio le persone, oltre al fascino della cultura, dei paesaggi, ma anche delle difficoltà, delle esperienze, dei cibi, degli imprevisti, ciò che più mi rimarrà di questo viaggio

Ma oltre che sul piano personale, sento che questa “avventura” mi ha dato tanto anche sul piano professionale: mi ha infatti permesso di vivere un’esperienza di stage in un ambiente molto diverso da quello nel quale sarei stato inserito rimanendo a Milano e ho così imparato a aprire la mente e vedere punti di vista differenti. Questo perché, fin da subito, mi sono state concesse responsabilità e conseguenti meriti, svolgendo anche compiti non banali, come ad esempio fare interviste agli imprenditori africani, preparare presentazioni o supportare nell’organizzazione e lo svolgimento di incontri tra la Fondazione e i rappresentanti di differenti ONG e imprese. Tutto ciò mi ha consentito di sviluppare una grande consapevolezza e mi ha permesso di dimostrare e soprattutto dimostrarmi, quali capacità io avessi maturato nel corso dei miei anni di studio.

Penso che proprio questa consapevolezza acquisita avrà il potere di caratterizzare ed indirizzare la mia carriera lavorativa e il mio futuro verso nuovi orizzonti ed esperienze e per questo non posso che ringraziare E4Impact e il Camerun.

Tommaso Fantoni Modena