Su scala globale, il settore edilizio produce il 36% delle emissioni di CO2 legate all’utilizzo di energia; questo rende fondamentale l’attuazione di tentativi di decarbonizzazione per soddisfare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Per raggiungere l’obiettivo zero emissioni entro il 2050, le emissioni di CO2 provenienti dalle costruzioni devono essere dimezzate entro il 2030.
La necessità di decarbonizzazione è particolarmente stringente nei paesi africani, dove il cambiamento climatico sta accelerando l’urbanizzazione. Seppure le nazioni dell’Africa abbiano storicamente dimostrato una forte adattabilità, la frequenza e la gravità dei disastri climatici, negli ultimi anni, è aumentata. L’aumento delle temperature sta rendendo le città più calde e molte aree urbane africane sono a rischio a causa dell’innalzamento del livello del mare, che potrebbe portare a esondazioni periodiche. Eventi climatici estremi, come la siccità, stanno portando gli agricoltori rurali a spostarsi nelle città, mentre continue esondazioni stanno facendo muovere comunità a basso reddito anche nei centri urbani. Questi spostamenti possono portare a instabilità economica, disordini politici e addirittura conflitti.
Per rispondere a queste sfide, E4Impact, in collaborazione con The Global Green Growth Institute (GGGI), ha proposto un progetto di edificazione sostenibile al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Il progetto è implementato in Uganda, dove il Governo italiano è già supportato dal GGGI nel condurre il Green Secondary Cities Development Program dal 2017 in 25 città secondarie che mancano di infrastrutture adeguate e opportunità lavorative.
Il Progetto “Business for Green Impact” (BGI) si impegna a creare opportunità di business, occupazione e condizioni di vita migliori tramite una pianificazione urbana sostenibile, che a sua volta supporta crescita economica, pace, stabilità politica e sviluppo sociale, favorendo società pacifiche e resilienti. Il progetto è basato sull’idea che gli edifici green, cioè che rispettano standard sostenibili, ottimizzino l’utilizzo di acqua e energia, abbassino le emissioni di gas serra, e migliorino la qualità dell’aria interna, contribuendo direttamente a migliori condizioni di vita e salute sia per i residenti urbani che per i lavoratori industriali.
Lanciata a dicembre del 2022 e terminata nel giugno 2024, l’iniziativa era volta a migliorare l’ecosistema imprenditoriale, le pratiche di business, e le politiche per permettere l’avanzamento di sviluppo di edifici green a Soroti, una città secondaria in Uganda, dove sono già iniziati dei tentativi di urbanizzazione green e industrializzazione. Focalizzandosi su città secondarie, il progetto promuove uno sviluppo più bilanciato nel paese, aiutando a ridurre disparità regionali e a mitigare il rischio di conflitto.
Soluzioni innovative e imprenditorialità audace sono fondamentali per affrontare le sfide previste dalle iniziative di urbanizzazione green. Creando business e opportunità lavorative per giovani africani è, infatti, possibile promuovere un futuro prosperoso.
Per questa ragione, essendo parte di questo progetto, E4Impact ha selezionato 25 imprenditori e PMI nel settore dell’edilizia green nel distretto di Soroti, offrendo loro una formazione e un coaching completo. La Fondazione ha supportato questi business focalizzandosi su alcune aree, tra cui progettazione del modello di business, processi di business, gestione finanziaria, raccolta fondi, prontezza a investire, marketing e conformità giuridica. Alla fine del programma gli imprenditori hanno avuto la possibilità di presentare il loro business a potenziali investitori in un evento dedicato.
Un esempio significativo dal Progetto BGI che rappresenta al meglio lo spirito di innovazione e imprenditoria è Augustine Oluga, direttore di Leni Consults Ltd, un’azienda che opera nel settore dell’energia rinnovabile. Fornendo biodigestori a sviluppatori di edifici green, Leni Consults contribuisce significativamente al problema della gestione dei rifiuti nel paese, dato che solo circa il 40% dei rifiuti nelle aree urbane è raccolto, e grande parte di questo finisce in discariche insalubri. Queste tecnologie trasformano rifiuti organici e non in biogas, offrendo una soluzione sostenibile per lo smaltimento dei rifiuti, generando allo stesso tempo energia rinnovabile. Così facendo, l’azienda riduce la deforestazione, fornisce combustibile pulito per cucinare e produce prezioso fertilizzante per usi agricoli.
Un altro partecipante del programma BGI che affronta le sfide della gestione dei rifiuti in Uganda è Appropriate Energy Saving Technologies (AEST), fondata e gestita da Betty Ikalany. L’azienda trasforma rifiuti agricoli in bricchetti di carbone, fornendo un combustibile sostenibile alternativo alle comunità; inoltre, ricicla rifiuti plastici: questo duplice approccio offre una soluzione efficace al problema dei rifiuti nelle aree urbane.
AEST Ltd dà nuova vita a rifiuti agricoli e rifiuti provenienti da città per produrre combustibile, mentre converte rifiuti plastici indesiderati in pavimentazione in cemento durevole e ecosostenibile. Oltre a occuparsi del problema dei rifiuti solidi nelle città, la compagnia offre un’alternativa al legno, aiutando così la preservazione delle foreste.
Un altro esempio significativo dal progetto BGI è Isa Kamuhangire, direttore di Bamusalim Services Limited, che si occupa della forte penuria di alloggi in Uganda. Questo fenomeno ha portato a sovraffollamento, soluzioni informali, e sviluppo di slum. I residenti urbani spendono infatti più del 50% del loro reddito nell’affitto, il che causa una diffusa povertà. Bamusalim Services Ltd offre una soluzione innovativa tramite la costruzione di case convenienti e ecosostenibili per famiglie a basso reddito. Utilizza blocchi di terreno stabilizzati interbloccati (in inglese interlocking stabilized soil blocks, ISSB), che rimangono immobili e riducono i costi di costruzione fino al 30%.
La compagnia ha costruito 56 case ecosostenibili, aiutando i clienti a risparmiare in maniera considerevole. Questo approccio sostenibile include l’utilizzo di mattoni non infiammabili, ovvero blocchi polimerizzati con acqua, e l’utilizzo di materiali riciclati. La compagnia ha migliorato la situazione abitativa di 32 famiglie, coinvolgendo membri della comunità nella costruzione e riducendo allo stesso tempo le emissioni di carbone.
Augustine Oluga, Betty Ikalany e Isa Kamuhangire hanno affermato di aver scelto il programma BGI per motivazioni simili: migliorare le loro competenze nello sviluppo aziendale, espandere il loro network e creare collaborazioni di valore, focalizzandosi sulle opportunità che avrebbero potuto nascere con il programma. Durante la formazione, hanno sviluppato con successo documenti utili per ricevere finanziamenti, quali piani aziendali, presentazioni agli investitori e altri materiali essenziali.
Betty ha dichiarato: “Questo programma è stato davvero d’aiuto, abbiamo imparato molto e c’è stata un’ampia condivisione delle conoscenze. Sono stati introdotti esperti che ci hanno guidato dall’inizio alla fine. Il programma ci ha dato la possibilità di migliorare le nostre strategie e di capire come le nostre attività potessero crescere; ci ha anche offerto la possibilità di incontrare potenziali finanziatori o investitori che non avremmo conosciuto se fossimo stati nei distretti o nelle aree nei quali le nostre attività sono posizionate. Ringrazio Dio per questo, e credo che tutti abbiano imparato molto da questa esperienza.”
Il progetto ha prodotto risultati particolarmente positivi; i partecipanti hanno espresso soddisfazione e molti hanno riferito effetti tangibili e positivi sulle loro attività. I principali risultati della formazione sono: creazione di nuovi lavori, migliorate competenze imprenditoriali, maggiore consapevolezza e conoscenza riguardo le misure per affrontare il cambiamento climatico (efficienza energetica, utilizzo di energia rinnovabile, gestione del terreno sostenibile, trasporto ecosostenibile e recupero dei rifiuti), migliore accesso ai mercati e migliori pratiche contabili.
Alla fine del progetto, in collaborazione con GGGI, E4Impact ha condotto una valutazione finale per analizzare i risultati raggiunti e l’impatto dell’iniziativa. I risultati, raccolti tramite le analisi quantitative e qualitative, sono molto incoraggianti. Siamo rimasti piacevolmente colpiti nel vedere che dei 19 imprenditori che hanno portato a termine il programma, il 78% dei partecipanti ha dichiarato un sostanziale miglioramento nelle competenze imprenditoriali, il 67% ha visto una crescita nel fatturato, e ogni imprenditore, in media, ha creato 8.5 nuovi lavori.
Un altro punto cruciale del Progetto è la creazione del Teso Region Green Building Consortium, un’iniziativa creata in maniera spontanea dai partecipanti di BGI con l’obiettivo di affrontare sfide ambientali e sociali, come l’alto consumo energetico e la scarsità di acqua. Composto da 25 PMI, il consorzio ha nominato una squadra di cinque dirigenti per gestire le operazioni e assicurare responsabilità e sostenibilità a lungo termine. Questo risultato evidenzia l’impegno delle imprese per la collaborazione e il miglioramento dell’attività, estendendo i loro sforzi anche dopo il completamento del progetto e rafforzandone la sostenibilità.
L’impatto del progetto durerà oltre la sua conclusione formale anche grazie a continue campagne di sensibilizzazione e alla collaborazione con le autorità locali per promuovere cambiamenti nelle politiche edilizie. Inoltre, diversi partecipanti hanno ricevuto borse di studio per iscriversi all’MBA in Impact Entrepreneurship, offerto da E4Impact in collaborazione con l’Uganda Martyrs University.
In conclusione, il progetto “Business for Green Impact” non solo ha dimostrato il potenziale delle iniziative di edilizia green per affrontare pressanti sfide ambientali e sociali, ma ha anche il potere dell’imprenditorialità nel guidare lo sviluppo sostenibile. Soddisfatti dei risultati raggiunti, auguriamo alle imprese partecipanti un successo continuo nell’espansione del loro impatto positivo sulle comunità e nel rafforzamento delle collaborazioni per costruire un futuro più sostenibile e inclusivo.
Chiara Rigoldi