Lo sviluppo di una produzione e commercializzazione di riso locale di qualità è una delle maggiori sfide socio-economiche in Camerun. Nel paese, infatti, vengono importate ogni anno circa 680-805 mila tonnellate di riso dall’Asia, per una cifra che supera i 300 milioni di euro, senza che ci sia alcuna tracciabilità del prodotto e un controllo di qualità affidabile.

È in questo contesto che il nostro imprenditore camerunense, Ahmadou Oumarou, ha deciso di lanciare il suo marchio Logone Riz all’interno della società cooperativa TPA Cooperative, di cui è promotore. Vision di questa attività: diventare il leader agroindustriale nella produzione e commercializzazione di riso locale entro il 2025.

Proprio per raggiungere questo obiettivo, Amadou si è iscritto alla seconda edizione del Global MBA in Impact Entrepreneurship di Douala (Camerun) offerta da E4Impact in collaborazione con ALTIS – Università Cattolica e JFN Center.

“Ho scelto questo programma per ricevere supporto nell’implementazione della mia idea di business: fornire un’alternativa di maggior qualità al riso importato, garantendo un beneficio a tutta la comunità. Sono convinto che questo MBA sia una grande innovazione per gli imprenditori africani. Il trasferimento di conoscenze da parte della Fondazione E4Impact e dell’Università Cattolica di Milano agli imprenditori è un mezzo efficace per la trasformazione strutturale delle nostre economie.” ha dichiarato.

Ma diamo un’occhiata all’intervista che abbiamo fatto a Ahmadou.

1. Come è nata la tua idea di business?

Provenendo da una famiglia di produttori e commercianti di Yagoua, sin dall’infanzia ho imparato a conoscere la filiera dei cereali e dei legumi e i suoi problemi.  Sapevo infatti che le 25.000 famiglie di coltivatori di riso della nostra zona di produzione lavoravano in isolamento e producevano senza avere il controllo del mercato e senza la possibilità di migliorare il rendimento per ettaro.

Dopo la laurea triennale in biologia vegetale, ho lavorato come coordinatore di una ONG locale, “SANA Logone”, dove una delle mie attività principali era la strutturazione di gruppi di produttori e settori agropastorali. Sulla base della mia esperienza, ho capito che la sfida è quella di offrire un riso locale con un miglior rapporto qualità-prezzo rispetto a quello asiatico. Con questo obiettivo è nato il progetto Logone Riz all’interno della società cooperativa TPA. Con l’ambizione di partecipare allo sviluppo locale della mia comunità creando ricchezza e occupazione a partire dalle risorse locali e garantire la sovranità alimentare del Camerun.

Con TPA Cooperative ho creato una catena del valore del settore risicolo locale incentrata su una moderna mini-riseria, che si sta evolvendo in un cluster di 300 gruppi di coltivatori di riso. Tutto questo succede aumentando il valore aggiunto del nostro risone, creando occupazione (24.700 posti di lavoro diretti e indiretti in previsione), aumentando l’offerta di riso locale (25.000 tonnellate in previsione) sul mercato nazionale e nella sub-regione.

L’azione di TPA consente di aumentare la resa da 4 a 6 tonnellate per ettaro attraverso il monitoraggio del percorso tecnico, così come dell’efficienza di lavorazione, che è aumentata dal 50% al 60%. Offriamo gamme di riso privo di impurità e aromatizzato naturalmente: riso a chicco lungo, rotture di riso, riso integrale, farina di riso, farina arricchita… il tutto attraverso diversi marchi, come IRISA, Nouria, Logone Riz e Fita.

2. Quali sono stati i momenti più sfidanti nella tua carriera? Come li hai gestiti?

All’inizio è stato necessario pianificare e mobilitare in anticipo le risorse adatte a soddisfare clienti e partner e assicurare loro la disponibilità quantitativa e qualitativa richiesta. Per i nostri partner internazionali, invece, abbiamo dovuto effettuare diagnosi, studi di mercato e strutturazione di gruppi di produttori, di modo da poter sviluppare progetti ad hoc.

3. Quali sono stati invece i momenti più soddisfacenti?

I momenti più stimolanti della mia attività imprenditoriale sono quelli vissuti durante la penetrazione del mercato con i nostri prodotti nel nord del Paese e nei grandi centri urbani: abbiamo ottenuto un feedback positivo da parte dei clienti con un tasso di adozione di quasi l’80%. La referenziazione dei nostri prodotti nei supermercati come Carrefour, che ha organizzato campagne pubblicitarie con i nostri prodotti su digitale, brochure e grandi cartelloni pubblicitari, sono stati momenti confortanti. Mi sentivo soddisfatto e motivato a continuare questa avventura imprenditoriale facendo proiezioni a lungo termine e lavorando di più per guadagnare quote di mercato.

Anche i riconoscimenti e i premi ricevuti sono stati galvanizzanti per la mia attività, come il premio EMPRETEC di David McCleland dell’Università di Harvard, lanciato in Camerun da MINPMEESA (Ministero delle PMI) e UNCTAD nel 2018, il  premio per l’innovazione dell’Africa SME Meeting nel 2019, Youth Excellence Award del MINJEC (Ministero della Gioventù e dell’Educazione Civica) e il premio Pierre Castel 2021 per il miglior imprenditore agroalimentare. Questi riconoscimenti mi hanno permesso di ottenere notorietà e visibilità per i miei prodotti.

4. Quanto ci è voluto per far crescere il tuo business e prepararti ad accedere al mercato nazionale?

La crescita e l’accesso al mercato nazionale hanno necessitato di tanto lavoro e dedizione. Ci sono voluti 6 anni di intensa attività prima che TPA raggiungesse un livello di visibilità adeguato come PMI nazionale che offre riso locale di qualità in tutti i supermercati.
Dopo aver superato con successo i test di prototipazione nel 2013, nel 2014 è iniziata la fase di test del nostro modello di business con la prima decorticatrice che ci ha permesso di immettere il nostro primo marchio di riso “Logone Riz” sul mercato del nord del paese. Il mio primo rapporto commerciale è stato proprio con i rivenditori della regione nell’estremo nord del Camerun, con i quali ho ottenuto i primi contratti in quell’anno. In seguito ho aperto un primo deposito del nostro riso nella città di Maroua per facilitare l’approvvigionamento dei negozianti al dettaglio e ho utilizzato la stessa strategia in altri mercati.

Nel 2018 è stata costruita la nostra prima mini-riseria moderna e ho avviato un’attività promozionale di grande successo nella capitale Yaoundé tra i dirigenti del settore pubblico. La promozione dei nostri prodotti nei centri urbani (Yaoundé e Douala) ci ha permesso di entrare in contatto con supermercati (come Carrefour) e grandi distributori, con i quali abbiamo ottenuto contratti nel 2019. Naturalmente non ho potuto fare tutto da solo, ma ho beneficiato di diverse attività di supporto da parte di organizzazioni internazionali come Manos Unidas a Madrid nel 2015, Diputacion de Ciudad Real nel 2020, DACC/Unione Europea nel 2022.

Dal 2021 il fatturato è salito a mezzo milione di euro per arrivare a quasi 1 milione di euro nel 2022 con 10 dipendenti a tempo indeterminato e 40 dipendenti a tempo determinato. Con la filiera industriale prevista per il 2024 e i contratti con nuovi distributori, ci immaginiamo che TPA raggiungerà un fatturato di 12 milioni di euro nel 1° anno dalla trasformazione in azienda e poi di 25 milioni di euro nel 2° anno con 100 posti di lavoro diretti e 11.250 posti di lavoro indiretti. Se tutto fila liscio nel 2025 TPA passerà da PMI a grande azienda nazionale in grado di conquistare mercati ed espandersi a livello internazionale con 200 dipendenti diretti e 22.500 dipendenti indiretti. Il miglioramento continuo è al centro della nostra cultura aziendale.

5. Ci puoi dire qualcosa in più sui tuoi progetti attuali, come partnership o attività di export?

Le nostre partnership commerciali si stabiliscono principalmente con distributori e rivenditori nei mercati aperti e di respiro internazionale. Esportiamo piccoli volumi in Ciad e Nigeria, anche se la domanda è molto alta. Abbiamo in programma di firmare altri contratti di esportazione quando termineranno i lavori di ampliamento della fabbrica nel 2024 per sfruttare l’AfCFTA.

6. Che impatto ha avuto la tua attività in Camerun?

Innanzitutto ho dato visibilità a migliaia di famiglie nel Paese. Le piccole riserie artigianali hanno imparato dalla nostra società cooperativa e stanno implementando le best practices per migliorare il loro processo di lavorazione, confezionamento e commercializzazione del riso. La nostra strategia di business, inoltre, lavoro su almeno 8 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile: 1) sradicare la povertà, 2) lotta contro la fame, 3) accesso alla salute, 4) parità di genere, 5) accesso a posti di lavoro dignitosi, 6) costruire infrastrutture resilienti, promuovere un’industrializzazione inclusiva e sostenibile e favorire l’innovazione, 7) consumo e produzione responsabili, 8) lotta contro il cambiamento climatico. È proprio su questi che ci aspettiamo l’impatto più significativo.

7. Secondo te, quali sono le principali qualità che un imprenditore dovrebbe avere?

Un imprenditore deve possedere le competenze definite da David McCleland nel suo programma EMPRETEC. Cito sole le prime quattro a titolo di esempio: 1) dare la caccia alle opportunità: gli imprenditori cercano opportunità e le trasformano in attività redditizie; 2) essere perseverante: dove la maggior parte rinuncia, l’imprenditore non si arrende, 3) adempiere agli impegni: un imprenditore mantiene sempre le sue promesse, indipendentemente dai sacrifici personali che comportano; 4) ricercare qualità ed efficienza: gli imprenditori sono alla ricerca di modi per fare le cose meglio, più velocemente o al minor costo.

8. Puoi raccontarci come l’MBA di E4Impact ha aiutato te e il tuo business?

L’MBA mi ha permesso di definire meglio il mio business plan e di fornire una soluzione migliore ai clienti senza disperdere le mie energie in attività non remunerative. Sono anche riuscito a migliorare la competitività e la redditività della mia azienda applicando una migliore strategia di marketing e ad istituire un sistema di gestione della qualità al fine di soddisfare ulteriormente i clienti. Mi sono stati messi a disposizione strumenti per una migliore pianificazione e gestione delle mie attività, una migliore gestione delle mie risorse finanziarie e umane.

Ho beneficiato di un coaching che mi ha permesso di migliorare sia il mio business plan sia il mio pitch di fronte a potenziali investitori. L’utilizzo dell’EBITDA come indicatore di redditività e di controllo degli elementi di costo, poi, mi hanno permesso di fissare meglio i miei prezzi e garantire all’azienda una gestione finanziaria più efficiente. Grande attenzione è stata posta anche sull’integrazione degli SDG alla strategia aziendale, migliorando l’impatto socio-economico della mia azienda.

A dirla tutta, l’MBA è stato per me un vero e proprio momento di condivisione di idee tra imprenditori di successo e mi ha permesso di espandere il mio ecosistema.

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